“In queste settimane assistiamo, a destra come a sinistra, a squallide manovre pigliavoti. Cavalcare onde di disagi per ottenere consenso elettorale, è ripugnante”, lo afferma in una nota Filippo Blengino, Segretario dell’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei.
“Un esempio è la situazione del quartiere Cuneo centro” – prosegue Blengino – “perché è evidente che un problema c’è, ma alimentare le lecite preoccupazioni della popolazione, sollevate anche con la protesta delle lenzuola bianche, è davvero aberrante. Noi radicali siamo stati gli unici ad aver contestato l’inutile ordinanza proibizionista antialcol: 34 verbali da maggio non risolvono un problema. Anche il distaccamento della Polizia Municipale, aperto a inizio estate, si è rivelato uno spreco di risorse pubbliche, con vigili urbani in servizio solamente nelle ore diurne e non nei momenti in cui avrebbero potuto avere un’effettiva utilità. Occorre evitare, a tutti i costi, la ghettizzazione del quartiere, puntando su integrazione e incentivando il mescolamento degli stranieri in tutte le zone della città. Alcune cose indubbiamente già sono state fatte, però dobbiamo seguire l’esempio di Comuni come Saluzzo. La chiave non è sequestrare pentole e cibo agli stagionali della frutta, o rimuovere le panchine da Via Silvio Pellico”.
“Una nostra proposta” – continua il radicale – “è l’istituzione, così come in altre grosse città, di un Sindaco della notte, ossia di una figura con specifiche competenze per conciliare la vita notturna della città (movida, ma anche disagi che si creano nei quartieri) e le esigenze di chi vuole riposare. Potrebbe contribuire alla risoluzione concreta del problema”.
“Ridicole, per non dire di peggio” – ironizza Blengino – “le uscite da show di Boselli, che farebbe ogni cosa in nome del consenso. Dopo aver invocato l’esercito, ci aspettiamo proposte per armare la popolazione per difesa personale e la costruzione di rifugi antiaerei (sia mai che qualche immigrato si costruisca un caccia)".
“Sono pronto a pagare di tasca mia a Boselli, e lo dico seriamente, un viaggio in quartieri davvero difficili di altre città, per fargli capire come rabbia e preoccupazioni vadano comprese e incanalate in corridoio di umanità, non cavalcate. Così è stato fatto al quartiere di San Salvario a Torino, che è diventato vivibile e tranquillo” conclude il radicale.