77 anni fa, il 24 agosto 1945, nasceva in New Jersey Marsha P. Johnson, attivista statunitense per i diritti LGBTQIA+ .
Trasferitasi nel 1963 a New York, al Greenwich Village, dove c'era una forte presenza della comunità, divenne una della drag queen più note del quartiere e fu proprio nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 che ebbe un ruolo fondamentale nella rivolta dello Stonewall Inn, quando la polizia, come era consuetudine all'epoca, fece irruzione nel bar perchè frequentato da omosessuali.
In quegli anni l'omosessualità era considerata una "devianza" e perseguita legalmente in 49 stati americani, ma, quella sera, al contrario del solito, i clienti del locale, esasperati dalla continua caccia alle streghe che li perseguitava, si opposero agli arresti, dando così vita a 5 notti consecutive di proteste e disordini che coinvolsero migliaia di persone con il passare delle ore.
Oggi i "Moti di Stonewall" sono considerati simbolicamente il momento di nascita del Pride, l'Orgoglio Omosessuale, celebrato ogni anno nel mese di giugno e lo stesso Stonewall Inn è riconosciuto come il primo monumento nazionale americano (ma non solo) legato alla comunità LGBTQIA+
Marsha P. Johnson è ritenuta da molti una delle persone che diedero vita alla rivolta (la leggenda narra che fu proprio lei, lanciando una scarpa col tacco, una delle prime a resistere all'arresto).
L'anno successivo, nel 1970, fondò assieme a Sylvia Rivera il movimento STAR (Street Transvestite Action Revolutionaries), la prima organizzazione negli Stati Uniti guidata da una donna trans e nera.
Fu il 6 luglio del 1992 che il suo corpo venne ritrovato dalla polizia nel fiume Hudson e sebbene il caso venne chiuso come suicidio, nel 2012 l'attivista Mariah Lopez riuscì a far riaprire le indagini.
Ad oggi non si conosce ancora la verità dietro la sua tragica scomparsa, ma dopo le indagini preliminari gli investigatori riclassificarono le cause della sua morte come "sconosciute".