Inizio 2018, quarta superiore. Il Consiglio di istituto della mia scuola boccia la proposta di introdurre un distributore di profilattici a prezzi calmierati all'interno dei bagni, pur approvando la mozione per aumentare corsi di informazione sessuale. Come gesto di protesta, regalo decine e decine di preservativi ai miei compagni di scuola (e vengo sanzionato dalla preside). I professori si spaccano in due: chi supporta in pieno la mia azione, chi la considera solamente una ricerca di notorietà... Dal resto la notizia fa presto il giro dei giornali locali. In particolar modo ricordo un'insegnante, peraltro di sinistra, molto contrariata dal mio atteggiamento considerato "totalmente esibizionista".
Noi radicali da sempre veniamo accusati di avere la smania dell'apparire, di esagerare, di provocare, di essere dei pazzi egocentrici. Questo tipo di discorsi esce ogni qual volta un radicale fa un gesto che attiri l'attenzione su un tema. Gesti, spesso, molto duri, nonviolentemente forti, ma necessari per far evolvere davvero le menti della società (e la storia lo dimostra).
Chi non è abituato a mettere a disposizione il proprio corpo, la propria salute, la propria fedina penale per la Politica (si, orgogliosamente con la P maiuscola) per battaglie fatte per diritti umani e civili degli altri, probabilmente non può capire che dietro queste azioni non c'è voglia di essere al centro dell'attenzione, ma desiderio di combattere con una mostruosa determinazione, senza interessi, per ciò che riteniamo giusto.