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Blangino (Radicali): "Cuneo si adoperi per lo 'zoning' della prostituzione"

09-11-2021 10:13

Ufficio stampa

Comunicato stampa,

Blangino (Radicali): "Cuneo si adoperi per lo 'zoning' della prostituzione"

L'associazione radicali cuneo riaccende il dibattito sulla questione della prostituzione in città e nelle zone periferiche. “Lo sfruttamento, la tratt

L'associazione radicali cuneo riaccende il dibattito sulla questione della prostituzione in città e nelle zone periferiche. “Lo sfruttamento, la tratta degli esseri umani, la riduzione in schiavitù, sono crimini contro gli esseri umani inaccettabili” Analizza Filippo Blengino, segretario dell'associazione radicali Cuneo, sul blog dell'associazione. “Oggi però, anche quando totalmente slegato da questi reati, il sex work continua ad essere oggetto di divieti e condanne. La prostituzione, si sa, è un fenomeno diffuso sin dalla notte dei tempi, ed occorre puntare sulla decriminalizzazione e legalità per controllarlo. Il proibizionismo, anche su questo tema, produce solo danni immani.

 

Non si può avere la presunzione di risolvere una questione così annosa e di portata (inter)nazionale a livello comunale, ma sicuramente il contributo dell’amministrazione per gestire la questione può essere importante. Si tratta di scegliere se lasciare che ci si prostituisca nelle zone più buie e degradate delle città, mettendo a rischio chi ricorre a questa pratica, oppure permettere che lo si faccia alla luce del sole, in aree rese note al pubblico, con un monitoraggio sulla sicurezza di lavoratori e clienti.” continua il radicale. “In collaborazione con i lavoratori e le lavoratrici sessuali, la Questura, la Prefettura i comitati di quartiere e i cittadini, è possibile creare delle zone in cui l’attività di prostituzione in strada non sia consentita (parliamo di aree difficili e conflittuali della città). Andrebbero, allo stesso tempo, individuati spazi dove concentrare l’attività, così da limitare i rischi, il disturbo della quiete e con l’obiettivo di migliorare le condizioni igienico-sanitarie. Tutto ciò in attesa che, su esempio vincente di Paesi esteri, anche l’Italia si dia una mossa nel riaprire le cosiddette “case chiuse”, ed introducendo regole che tutelino i/le sex worker. In quest’ottica, sarebbe fondamentale il lavoro delle forze dell’ordine di repressione della prostituzione nelle zone interdette e di contrasto allo sfruttamento delle zone consentite nonché la previsione di strumenti di supporto per accogliere le segnalazioni dei cittadini.”

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