“Le vittime non hanno possibilità di scelta: devono vivere quel che è dato loro vivere, devono affrontare quello che è dato loro affrontare. Non si può frazionare il dolore e riservarsene un pezzetto per l’indomani o suddividerlo equamente fra tutti. Non si può stabilire qual è il limite massimo della propria capacità di sopportare la sofferenza.” Con queste parole Rigoberta Menchù Tom, premio Nobel per la pace apre il nostro ragionamento.
Com’è possibile ignorare la mole di dolore e di difficoltà di coloro che, lasciati e buttati sempre più ai margini, non hanno altri spazi di speranza? E’ molto facile risolvere i problemi con la costruzione di muri. Ma poi? Cerchiamo invece di capire, mettiamo di mezzo la nostra intelligenza, se vogliamo andare avanti.
Invitiamo la gente a parlare, ad ascoltare, per risolvere i problemi. Dobbiamo tenere presente che la nostra economia si regge anche sullo sfruttamento coloniale delle risorse dei loro Paesi e sulla depredazione che abbiamo fatto e facciamo delle loro terre e popolazioni, sui traffici d’armi sostenuti dai nostri Governi, che per fare cassa violano la Costituzione su cui hanno giurato.
Trattiamo con RISPETTO sempre e comunque le persone, se vogliamo una convivenza il più possibile buona.
Questi giovani immigrati sono arrivati qui carichi della loro legittima speranza, con la forza della loro gioventù, spinti da condizioni la cui drammaticità fingiamo di ignorare, spesso dopo essere passati attraverso esperienze di prigionia e torture, di fame e di angoscia. Con l’emarginazione li spingiamo in mano alla criminalità organizzata, distruggiamo la loro fiducia verso la società e verso se stessi. Diventiamo perdenti e tradiamo la nostra e la loro umanità.
Che cosa è il DASPO se non l’espressione delle nostre paure ed incapacità a capire ed affrontare concretamente le difficoltà naturalmente presenti in una società iniqua, in barba ad ogni buon senso, etica e legge? Che cosa pensiamo di risolvere, aggiungendo altri carichi di miseria e disperazione? La nostra emigrazione dovrebbe averci insegnato a pensare agli effetti delle nostre scelte.
La nostra Costituzione all’art. 2 dichiara:
"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale."
Come si può ignorare?
Gemma Macagno, Direzione Radicali Cuneo